Incidenti sul lavoro: numeri inquietanti, investire sulla qualità

Martedì 11 aprile sono intervenuta alla Camera su un tema che mi sta molto a cuore: la sicurezza sui posti di lavoro. Credo che sia fondamentale l’istituzione di una Commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Nonostante nel nostro Paese ci sia un corpus normativo all’avanguardia, i numeri continuano ad essere inquietanti: parliamo di infortuni, di malattie professionali e di morti. Si tratta di una delle questioni sociali che da troppo tempo non riusciamo ad affrontare in maniera sufficientemente incisiva. Ogni euro destinato alla sicurezza deve diventare, anche nella percezione collettiva, un investimento sulla qualità del lavoro, sull’efficientamento della produzione e sulla competitività del nostro sistema produttivo, anche dal punto di vista reputazionale. Non possiamo certamente pensare di essere un modello di riferimento, nel nostro Paese e a livello internazionale, con numeri di questo tipo, che evidenziano così tanti infortuni e vittime.

Sono molte le linee di indirizzo e gli spunti di riflessione che dovrebbero ispirare l’azione del decisore politico: è necessario affiancare ad un deciso investimento e potenziamento dei sistemi di controllo e di sanzione meccanismi di incentivazione di comportamenti virtuosi delle imprese in sicurezza dei propri lavoratori e promuovere una legge sulla rappresentanza, così come l’introduzione di una disciplina sul salario minimo legale. Occorre potenziare la formazione dei datori di lavoro e soprattutto dei lavoratori per ridurre gli infortuni, così come va integrata l’offerta formativa scolastica, a cominciare dai PCTO, con il tema della cultura della sicurezza del lavoro che deve diventare cultura condivisa e collettiva. Soprattutto, dobbiamo imporre l’idea di un lavoro stabile e non precario, un lavoro ben pagato, con una formazione continua che sviluppi prevenzione e sicurezza tanto per il lavoratore quanto per l’imprenditore: la formazione deve essere un diritto esigibile da ogni lavoratore, ma per farlo servono contratti di lavoro stabili e da qui passa la dignità del lavoro, oltre al compenso equo e giusto.

Ogni euro speso in formazione sulla sicurezza non è una spesa, ma un investimento e questa deve diventare una consapevolezza di tutti. Solamente in questo modo saremo in grado di costruire, anche grazie al lavoro di questa Commissione, un futuro di crescita e di benessere equo e sostenibile.