Il dimensionamento scolastico colpisce in modo pesante l’Emilia-Romagna

Scuola: dimensionamento colpisce pesantemente l’Emilia-Romagna, chiediamo risposte al ministro Valditara.

La legge di bilancio del Governo ha introdotto una misura relativa al dimensionamento scolastico che comporterà la riduzione di molte sedi che verranno accorpate, ma anche il taglio del personale che sarà quasi dimezzato rispetto a oggi: si passerà, infatti, dai 7.461 del 2024-2025, ovvero il primo anno in cui entrerà in vigore la misura, fino ai 3.144 del 2031-2032. Si tratta di 3.346 dirigenti scolastici in meno, con un conseguente impatto negativo nei territori già in difficoltà, come le aree interne e le zone marginali.

Secondo le prime stime oltre 700 gli istituti scolastici, di ogni ordine e grado, potrebbero essere soppressi e accorpati su tutto il territorio nazionale con un taglio dei servizi nei territori più fragili e un aumento delle disuguaglianze educative a discapito del diritto all’istruzione. 

Queste norme, solo in Emilia-Romagna dovrebbero comportare il taglio di 15 istituzioni scolastiche autonome per l’anno scolastico 2024/25, che salgono a 17 per l’anno scolastico 2025/26 e 21 per l’anno scolastico 2026/27 rispetto al numero attuale delle istituzioni scolastiche. Tali soppressioni aumenteranno notevolmente il carico di studenti negli altri istituti, con ripercussioni negative sulla didattica degli alunni a causa dell’elevato numero di studenti per classe e sul lavoro di docenti e personale amministrativo. Nelle aree interne la chiusura di alcune scuole, oltre a ledere il diritto all’istruzione, potrebbe causare anche la perdita di decine di posti di lavoro con conseguente impoverimento e spopolamento dei territori.

Solo per quel che riguarda la provincia di Reggio Emilia – dove si trovano 67 autonomie scolastiche, comprendenti anche due CPIA – abbiamo quattro scuole sottodimensionate o normodimensionate in deroga e il rischio, altissimo, sarà per qual che riguarda il territorio del nostro Appennino, che viene fortemente penalizzato da queste nuove norme. 

Non è un caso che quattro Regioni – Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Campania – abbiano impugnato la norma davanti alla Corte Costituzionale per lesione delle competenze regionali in materia di istruzione e autonomia scolastica e che in sede di commissione competente della Conferenza Stato Regioni, chiamata ad esprimersi sullo schema di decreto, la proposta abbia visto il voto contrario anche di due regioni amministrate dal centrodestra, Abruzzo e Sardegna.

Ho pertanto depositato un’interrogazione urgente al Ministro Valditara – firmata anche dai colleghi Manzi, De Maria, Vaccari, Merola, Bakkali e Gnassi – per sapere quanti plessi dovrebbero essere soppressi in Regione Emilia Romagna, quali iniziative urgenti si intenda assumere al fine di salvaguardare il diritto all’istruzione ed i livelli occupazionali presenti, con particolare riferimento alle aree marginali e interne. Ma, soprattutto, se non si ritenga urgente e necessario derogare all’attuazione di tale norma nella Regione Emilia Romagna per evitare di penalizzare ulteriormente un territorio già alle prese con la gestione di una grave emergenza e con la conseguente ricostruzione.