Contraccezione ormonale: question time alla Camera

Mercoledì 19 luglio sono intervenuta alla Camera per un’interrogazione a risposta immediata al Ministro della Salute sul tema della contraccezione ormonale.

Lo scorso 21 aprile, infatti, il Comitato prezzi e rimborso dell’Agenzia italiana del farmaco, con una decisione di portata storica, ha approvato la gratuità della contraccezione ormonale in Italia. La decisione è stata accolta con favore sia dalla FNOMCEO, che ha dichiarato che si tratta di “un provvedimento condivisibile, che riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute”, che dall’Associazione italiana per l’educazione demografica, secondo la quale la gratuità della pillola “rappresenterebbe un ritorno al futuro. Nel senso che fino al 1993, ovvero fino a 30 anni fa, la contraccezione era già gratuita e questo ha contribuito anche alla sua conoscenza e diffusione tra le donne italiane”. Questa decisione rappresenta un importante passo avanti nella tutela della salute sessuale e riproduttiva, consentendo di estendere a tutte le Regioni quanto già previsto in Puglia, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana, oltre che nella provincia autonoma di Trento.

Le speranze si sono, però, infrante quando il 24 maggio il consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco, chiamato a ratificare tale decisione, l’ha rinviata con la motivazione che “le commissioni consultive dell’Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il sistema sanitario nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità”.
Oggi, a tre mesi dalla prima decisione di approvare la gratuità della contraccezione ormonale, non è più giustificabile il ritardo per la sua concreta applicazione, ma è necessario che il prima possibile tutti i contraccettivi, sia daily che depot, siano resi gratuiti a carico del Servizio sanitario nazionale, al fine di consentire la scelta del contraccettivo maggiormente indicato per ogni singola donna. È inoltre auspicabile che siano potenziati e implementati i consultori familiari su tutto il territorio nazionale, affinché le donne trovino uno specialista che le possa ascoltare e consigliare sul metodo contraccettivo a loro più idoneo al fine di avere una sessualità maggiormente consapevole, riducendo così il numero delle interruzioni di gravidanza.

Ho chiesto, dunque, quali iniziative urgenti di competenza, oltre alle risorse necessarie, il Governo intenda intraprendere affinché la decisione assunta il 21 aprile 2023 dal Comitato prezzi e rimborso dell’Agenzia italiana del farmaco di rendere gratuita la contraccezione ormonale per tutte le donne sia resa finalmente operativa.

La risposta del Ministro ci preoccupa moltissimo perché pensiamo che vi sia un tentativo di posticipare o, forse, di affossare questa decisione. Le sue parole non ci hanno tranquillizzato. Da un lato, vi sono l’analisi approfondita, svolta da Aifa, sia dalla CTS e anche dal CPR – che aveva preso in considerazione tutte le evidenze scientifiche e la raccomandazione di organismi internazionali, come l’OMS, che aveva considerato efficace questo strumento e, quindi, sarebbe stato opportuno rendere gratuito e rimborsarlo a tutte le donne, in base ovviamente alla prescrizione medica – dall’altro lato vi sono le risorse, stimate in 140 milioni di euro. Il Governo prova ad accampare il pretesto delle risorse, perché sappiamo bene come sulla spesa farmaceutica convenzionata nel 2022 ci siano stati dei fondi non spesi pari a 727 milioni, un dato importante che può garantire una copertura a invarianza di previsioni di spesa. Quindi riteniamo che il tema non sia finanziario, perché le risorse ci sono. Evidentemente, il problema è un altro.
Non vorremmo che tutti questi rinvii, anche al tavolo delle Regioni, nascondessero la volontà del Governo di ostacolare la scelta di garantire la gratuità dei contraccettivi orali, una decisione importante su cui l’Aifa ha fatto un ottimo lavoro. Crediamo che ne vada del diritto alla salute delle donne e della loro qualità della vita.