Sanità: sistema sottofinanziato, bene proposta Emilia-Romagna
L’accordo tra le regioni sul riparto del Fondo sanitario nazionale 2023 che ammonta a quasi 129 miliardi di euro è certamente positivo ma evidenzia una sottostima che si deve assolutamente recuperare. Non è un caso che da molte settimane il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, chieda a gran voce al Governo un aumento del fondo sanitario pubblico di almeno 3 miliardi, come tra l’altro richiesto anche dal Ministro Schillaci.
Con la riduzione del finanziamento previsto per i prossimi tre anni, le spese Covid mai rimborsate e i costi dell’energia, il sistema rischia il default. Siamo infatti tornati, dopo anni, sotto il 7% di spesa rispetto al PIL e le scelte di questo Governo, se non corrette, peggioreranno drammaticamente l’attuale situazione perché nelle previsioni dei prossimi tre anni si scenderà addirittura al 6,2%, tra i peggiori Paesi dell’Unione Europea.
Bene allora l’approvazione in Giunta regionale dell’Emilia-Romagna di un progetto di legge alle Camere per garantire risorse stabili e adeguate al SSN, con un aumento del finanziamento annuale fino a minimo il 7,5% del PIL: dai circa 129 miliardi di euro programmati per il 2023 a oltre 149 miliardi e il superamento dei vincoli di spesa e di trattamento accessorio per il personale imposti dalla legge nazionale.
Con quali risorse? Con quelle previste nelle stime di crescita economica fissate dal Governo e dal contrasto all’evasione fiscale e contributiva. Il Governo dia ascolto alle Regioni e stanzi nei prossimi provvedimenti altre risorse economiche per il 2023, tenendo conto che le programmazioni regionali evidenziano una sottostima rispetto al reale fabbisogno. I due esecutivi precedenti hanno aumentato di 12 miliardi in tre anni il fondo sanitario nazionale, indicando la giusta direzione da seguire, sebbene i fondi non fossero ancora sufficienti. Il Governo Meloni sta invece direttamente consegnando la sanità nelle mani dei privati, privando delle cure e della prevenzione milioni di cittadini, soprattutto i più fragili. La sanità è un patrimonio pubblico che deve essere messo nelle condizioni di assicurare servizi di qualità a tutti e in ogni parte del Paese.