Incrementare le risorse per l’inclusione degli alunni con disabilità e aiutare gli enti locali

I Comuni, che il Governo sta abbandonando in modo cinico e irresponsabile – scaricando da ultimo le 169.000 persone cui hanno gentilmente comunicato che non riceveranno più il reddito di cittadinanza – non possono e non devono essere lasciati soli anche nell’assistenza degli alunni con disabilità. Concordo con quanto dichiarato da Paola Tognoni, responsabile delle politiche educative dell’Unione Val d’Enza, i cui Comuni hanno aumentato ancora di più i fondi destinati a questi interventi.

D’altra parte siamo di fronte a finanziamenti insufficienti, tagli alle ore con studenti seguiti per un tempo ridotto e genitori costretti a riportarli a casa. Quest’anno i dati mostrano tutte le carenze dell’assistenza agli studenti con disabilità. Gli alunni con difficoltà hanno diritto per legge al sostegno degli AEC, assistenti educatori culturali che si occupano dell’autonomia del bambino, della comunicazione con gli altri compagni, dell’integrazione in classe. Le amministrazioni locali fanno un lavoro straordinario in termini economici e grazie alla neuropsichiatria infantile e ai servizi sociali, individuano e certificano le situazioni che necessitano di aiuto e che sono drammaticamente in crescita. Serve una presa in carico complessiva che i Comuni fanno fatica a mettere in campo in ragione dell’aumento delle richieste e della contestuale riduzione dei fondi statali. La maggioranza nell’ultima legge di bilancio non ha investito risorse per le politiche sociali e l’integrazione degli studenti con disabilità e dove ha potuto ha anche tagliato.

È grave perché il Governo deve garantire l’effettivo diritto allo studio e condizioni di parità nel percorso scolastico e formativo e sostenere i Comuni per la parte che li riguarda con lo stanziamento di risorse adeguate. Nelle scuole dell’Emilia-Romagna e, in particolare, in quelle reggiane, la presenza di alunni con disabilità si conferma rilevante (4,4% sul totale) e in continua crescita in ogni ordine e grado. La Regione Emilia-Romagna ha accresciuto e rafforzato il suo impegno a sostegno degli interventi degli enti locali per assicurare la piena inclusione sociale ed educativa di studenti con disabilità, approvando nei mesi scorsi la ripartizione a favore di Comuni e Unioni di Comuni di un importante finanziamento pari a circa 9,2 milioni di euro per il 2023 del “Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità”. La dotazione va a integrare la tranche finanziaria di pari importo assegnata all’Emilia-Romagna per il 2022 del Fondo statale per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità iscritti alle scuole superiori, raddoppiando di fatto le risorse complessive a disposizione degli Enti locali per gli interventi. Ma è chiaro che in un momento così difficile, il Governo debba fare la sua parte per garantire la piena inclusione. Parlo del personale per l’assistenza educativa, autonomia e comunicazione, dei servizi di qualificazione scolastica, del trasporto scolastico speciale, della fornitura di ausili fino alle attività extrascolastiche. Non si può scaricare sui comuni l’aumento di una così forte richiesta di assistenza con il rischio di far saltare i bilanci, in aggiunta agli altri enormi costi sociali che le amministrazioni sono costrette a sostenere per la latitanza del governo.

La Ministra Locatelli si faccia dunque portavoce della necessità di reperire risorse utili già nella prossima legge di bilancio per aiutare le persone con disabilità e i fragili, a partire dai più giovani.
È importante fare un lavoro trasversale a tutti i livelli istituzionali per sostenere le nostre amministrazioni e gli Enti locali perché sono i primi interlocutori dei cittadini. In Emilia-Romagna abbiamo molte realtà virtuose, ma lo Stato deve fare la sua parte. Purtroppo, il Governo, invece, taglia, a partire dai progetti del PNRR sul potenziamento delle infrastrutture sociali.

Ho depositato un’interrogazione ai ministri competenti per chiedere come intendano garantire il diritto allo studio degli studenti disabili e se visti i numerosi casi di tagli ai servizi disposti da molti Comuni in sofferenza su tutto il territorio nazionale non ritengano di dover avviare iniziative normative per incrementare i fondi.