Saman Abbas: finalmente l’estradizione per il padre

Finalmente – come confermato dai funzionari del Ministero degli Interni del Pakistan – Shabar Abbas, il padre di Saman, accusato di essere responsabile del terribile omicidio della figlia, sta per essere estradato in Italia, dove arriverà nella notte.

Nello scorso novembre avevo presentato, insieme al collega Andrea Rossi, un’interrogazione al Ministro della Giustizia e al Ministro degli Affari Esteri proprio in merito all’estradizione, facendo pressioni perché si concludesse il necessario iter, non essendoci accordi bilateriali fra Italia e Pakistan, e perché l’uomo potesse essere condotto qui, per essere giudicato. Era stata la mia prima interrogazione, dopo l’elezione alla Camera dei Deputati e per me era significativo e importante farla nel nome e nel ricordo di Saman, per renderle giustizia e per sottolineare, una volta in più, l’attenzione e la partecipazione con cui l’intero territorio reggiano aveva seguito l’intera vicenda. Avevamo sottoposto al Ministro la necessità, per quanto di competenza e in ossequio al diritto internazionale e interno, di intraprendere tutte le azioni possibili per giungere all’estradizione di Shabbar, in considerazione della gravità dei reati a lui ascritti, anche perché, di solito, l’estradizione viene concessa se il reato contestato nel Paese che la chiede è riconosciuto e punito anche nel Paese dell’indagato. Ovviamente, siamo ora soddisfatti per l’ottenuta estradizione.

L’orribile morte di Saman è una ferita ancora aperta per tutti e tutte noi, una dolorosa vicenda umana che ci interroga, una volta in più, sul drammatico fenomeno dei femminicidi e delle violenza contro le donne, oltre che sulla necessità di promuovere una maggiore integrazione e coesione sociale nelle nostre comunità. Saman sognava la libertà, l’amore, la possibilità di costruirsi un futuro nel nostro Paese e noi – istituzioni, enti pubblici, associazioni e cittadini – siamo chiamati, con impegno, a dare una risposta e una possibilità a questi sogni. Ora sarà un processo in Italia, dove la vita di Saman è stata spezzata, a giudicare su responsabilità, colpevolezze e reati. Mi auguro che a questa decisione facciano seguito anche sviluppi rispetto alla posizione della madre, di cui si parla poco, ma che deve essere trovata ed estradata allo stesso modo per verificare la sua eventuale complicità nella vicenda, nella quale potrebbe avere svolto un ruolo determinante, considerando le immagini di cui si è a conoscenza.