La legge di bilancio presenta il conto alle categorie fragili

Persone con disabilità, famiglie, giovani e anziani non autosufficienti: la legge di bilancio del Governo presenta il conto a queste categorie.

Fondo disabilità, famiglie, giovani e anziani non autosufficienti: è su queste categorie che il Governo fa cassa con la manovra di bilancio, sottraendo risorse al sociale per coprire altre carenze che si sono create per propria inefficienza, facendo pagare il conto ai cittadini.

Per quanto riguarda il fondo disabilità, 350 milioni sono stati dirottati per coprire il Superbonus: la ministra Locatelli dice che saranno prossimamente restituiti, ne prendiamo atto e vedremo se e quando avverrà questa restituzione.

Aggiornamento del 30 ottobre: stando all’ultima versione della Legge di Bilancio, la Ministra Locatelli non l’ha raccontata giusta all’Aula del Parlamento e alle associazioni: il fondo per le persone con disabilità, infatti, non solo non è stato ripristinato, ma sono stati sottratti ulteriori 50 milioni di euro. Lo “scippo” sale così a 400 milioni di euro. Pensano di ingannare milioni di cittadini con disabilità e le loro famiglie creando un “fondo di fondi” già esistenti, ma si tratta del solito gioco delle tre carte e la verità, scritta nero su bianco, è che nella bozza di manovra che il Parlamento aspetta per un parziale reintegro se ne riparla non nel 2025, ma nel 2026. Se questa bozza fosse confermata così com’è, alla Ministra Locatelli per coerenza non resterebbero che le dimissioni.

Nel frattempo i cittadini aspettano, nonostante ogni famiglia abbia esigenze quotidiane non procrastinabili. Stessa cosa per l’assegno unico, dove abbiamo visto dirottati altrove 350 milioni di risorse a copertura generale della legge di bilancio: una dimostrazione, una volta in più, di come il sostegno alle famiglie rimanga sulla carta, senza misure strutturali, ma solo elettorali, portate avanti con meri giri di cassa.

Qui il mio intervento in Parlamento, durante il question time con la Ministra Locatelli in merito all’interrogazione del nostro Gruppo sulle iniziative volte a ripristinare in tempi brevi le risorse previste dalla legge delega sulla disabilità.

E che dire del pasticcio su 18APP? Si trattava di una misura importante, mutuata in gran parte d’Europa, che ha contribuito ad avvicinare i giovani ai consumi culturali. Il Governo l’aveva già cancellata, ma al danno si aggiunge ora la beffa perché sono anche finiti i fondi per i ragazzi che ne hanno diritto: il caos si è generato dai mille cambiamenti in corsa da parte di un esecutivo che non ha mai creduto in questa misura, nella cultura e nella libertà data dalla conoscenza e dal sapere. 

Infine, prendiamo atto che non sono previste risorse per la riforma della non autosufficienza, lasciandola di fatto una scatola vuota. Delle persone anziane, però, il Governo si è ricordato, intervenendo a gamba tesa sulle pensioni, non per cambiare la Fornero, come promesso in campagna elettorale, ma per una nuova stretta che, solo nel 2024, varrà 1,2 miliardi di euro, frutto del taglio delle rivalutazioni (per la seconda legge di bilancio consecutiva) nonostante la crisi inflattiva. In Italia ci sono 3,8 milioni di over 65, che diventeranno 5 milioni nel 2030, completamente dimenticati. Il budget avrebbe dovuto essere indicato nella manovra, ma non ce n’è traccia. Neppure un euro per quasi 4 milioni di anziani che con familiari, operatori e caregiver che li assistono a vario titolo compongono una platea di 10 milioni persone. Ci eravamo astenuti sulla riforma, perché mancavano le risorse, ma allora il Governo ci rispose che non era quella la sede dove stanziarle. Oggi scopriamo che non è neppure la legge di bilancio, mentre la decrescita degli investimenti in sanità per i prossimi tre anni determinerà un effetto evidente su molti dei servizi socio sanitari ricevuti dagli anziani e finanziati dal Sistema Sanitario Nazionale. 

Se a tutto ciò aggiungiamo il tentativo di demolire la riforma sul potenziamento dell’assistenza domiciliare, i ritardi sul PNRR, il Sistema sanitario nazionale portato al collasso, ci rendiamo conto dei danni enormi che sta facendo un esecutivo populista, che illude a parole e demolisce nei fatti, tra inefficienze, inadeguatezze, uscite raffazzonate e ormai inutili passerelle mediatiche. Saremo impegnati a proporre una serie di emendamenti alla legge di bilancio per provare a recuperare il gap di queste risorse eliminate e sottratte ai cittadini e dimostrare la necessaria e doverosa attenzione ai diritti di tutte queste categorie fragili di cui il Governo pare essersi dimenticato.