Inserire la psoriasi nel Piano Nazionale Cronicità: mia interrogazione al Ministro della Salute

Inserire la psoriasi nel Piano Nazionale Cronicità: mia interrogazione al Ministro della Salute.

Una persona su dieci è affetta da psoriasi, patologia che colpisce circa il 3% della popolazione nel nostro Paese (si stimano circa 2 milioni su 20 milioni che soffrono di malattie della pelle). Alla psoriasi sono associate altre patologie, quali obesità, ipertensione, diabete, depressione dovuta alla severità della patologia e alla localizzazione, rischio di malattie cardiovascolari. 

Nei giorni scorsi si è tenuta la Giornata Mondiale della Psoriasi che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e migliorare l’accesso ai trattamenti e alle cure e in quella occasione ho deciso di depositare un’interrogazione per dare voce alla richiesta delle associazioni dei pazienti e delle loro famiglie. 

Non si tratta, infatti, di una malattia della pelle di tipo estetico, ma di una patologia invalidante che in molti casi compromette in modo grave le condizioni di salute delle persone che ne sono affette. Nonostante ciò, non esiste in Italia nessun atto di programmazione nazionale o regionale che definisca le priorità, il modo appropriato di affrontarla, un piano di screening che garantisca una diagnosi precoce, mentre la spesa sanitaria per i soli farmaci aumenta.

Non ci sono dubbi che la malattia risponda pienamente a quei criteri dichiarati nel Piano Nazionale della Cronicità (PNC) che indica come selezionare le patologie croniche da inserire nella parte seconda del Piano. Accogliere la richiesta dell’inserimento della psoriasi nel PNC sarebbe una svolta importante per rompere la barriera del pregiudizio e guardare in modo lungimirante alla sostenibilità del SSN ed alla appropriatezza della cura. Per questo ho interrogato il Ministro Schillaci: è urgente inserire nel PNC la psoriasi, soprattutto quella a placche, la tipologia più frequente. Una scelta che aiuterebbe a stratificare la popolazione che ne è affetta e implicherebbe lo sviluppo sistematico di PDTA a livello specialistico per una migliore presa in carico dei pazienti, garantendo un più equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale.