Dolore cronico: mia interrogazione al Ministro della Salute
Dolore cronico: mia interrogazione al Ministro della Salute.
Il dolore cronico è definito quale dolore persistente, continuo o ricorrente, che perdura da più di tre mesi, influenzando la qualità di vita del paziente e riducendone le capacità funzionali. In Italia, due persone su dieci soffrono di dolore cronico, con un’incidenza pari al 19,7% della popolazione maggiorenne, di cui 9,8 milioni con una forma di intensità moderata o severa. Queste condizioni espongono la persona che ne è affetta alla riduzione dell’autonomia con una forte compromissione della vita lavorativa, sociale e relazionale dovuta a disturbi del sonno, ansietà, depressione e alterazioni cognitive. Purtroppo, quasi la metà dei pazienti dichiara di non ricevere un adeguato controllo del dolore e che trascorrono in media due anni tra l’esordio della sintomatologia e il primo accesso medico. Eppure la legge 38/2010 garantisce ai cittadini il diritto a non soffrire, riconoscendo al dolore cronico una propria specifica rete di assistenza e cura con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Tuttavia, ad oggi, questo diritto resta ancora spesso disatteso ed inespresso.
Risulta prioritaria l’elaborazione dei programmi triennali per assicurare entro il 31 dicembre 2025 l’uniforme erogazione dei livelli di assistenza e l’attuazione della Legge 38/2010. In tal senso, sarebbe necessario che il Ministero della Salute presentasse al Parlamento entro il 31 dicembre la relazione sullo stato di attuazione delle norme. Tuttavia, risale al 2019 l’ultima Relazione. Ed è grave perché la relazione annuale consentirebbe un monitoraggio continuo dello stato di attuazione della Legge e permetterebbe di intervenire a supporto delle attuali previsioni normative qualora si ravvisassero criticità o disapplicazioni. Il nostro obiettivo deve essere migliorare la presa in carico e il percorso di cura dei pazienti affetti da dolore cronico. Ho depositato un’interrogazione al Ministro Schillaci per sapere quando intenda presentare al Parlamento la relazione al fine di dare risposte ai cittadini affetti da dolore cronico, che troppo spesso non trovano garantito il loro diritto a non soffrire e se non intenda valutare iniziative ulteriori per conferire al dolore cronico la necessaria dignità richiesta. Oggi ci sono troppe differenze tra le Regioni, ma il diritto alla salute è universale.