Torture nel carcere di Reggio Emilia: interrogazioni al Ministro della Giustizia

Torture nel carcere di Reggio Emilia: interrogazioni alla Camera e al Senato al Ministro della Giustizia perché riferisca in Parlamento. 

Abbiamo chiesto con interrogazione – firmata insieme ai colleghi On. Debora Serracchiani, responsabile nazionale giustizia del PD, e On. Andrea Rossi – che il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, riferisca con urgenza al Parlamento in merito ai gravissimi episodi di torture avvenute nel carcere di Reggio Emilia e quali iniziative intenda adottare per ricostruire i fatti e individuare le responsabilità.  

Questo a seguito della diffusione delle immagini del pestaggio avvenuto all’interno del carcere di Reggio Emilia, in cui si vede un detenuto incappucciato e messo pancia a terra, poi picchiato e calpestato dagli agenti della polizia penitenziaria. Le immagini delle telecamere interne sono agli atti dell’inchiesta chiusa dalla Procura reggiana a carico di dieci agenti, otto dei quali accusati di tortura. 

Analoga interrogazione anche al Senato a firma dei senatori Enza Rando e Graziano Delrio.

Preoccupazione per quanto accaduto è stata espressa anche dai deputati Ouidad Bakkali, Stefano Vaccari, Virginio Merola, Andrea Gnassi, Andrea De Maria, Maria Cecilia Guerra. Alta è infatti la preoccupazione e l’attenzione di tutti i parlamentari emiliano-romagnoli del Partito Democratico sulla situazione insostenibile delle carceri in Italia e purtroppo quanto è successo a Reggio Emilia ne è ennesima conferma.

Il filmato è terribile e mostra quasi dieci minuti del pestaggio, che avviene prima nel corridoio poi sulla porta della cella, non risparmiando sangue e richieste di aiuto. Nonostante questo, la persona detenuta è rimasta poi in cella per oltre un’ora, prima che intervenisse un medico per prestargli soccorso. Il giudice per le indagini preliminari ha descritto l’episodio come “brutale, feroce e assolutamente sproporzionato rispetto al comportamento del detenuto” e anche su questo giudizio il Ministro è chiamato a rispondere al Parlamento: nelle carceri italiane non si può più parlare di emergenza umanitaria, perché siamo ben oltre, come drammaticamente indicato dal numero di suicidi, una scia di sangue che non accenna a diminuire. In tutto questo, il Governo pensa di eliminare il reato di tortura, mentre nel cosiddetto “pacchetto sicurezza” si ipotizza anche di peggio.

Sarebbe poi necessario aprire la discussione sul ruolo del sistema carcerario italiano, punitivo, umiliante e senza alcuna prospettiva rieducativa. Ma l’urgenza, ora, è legata a questi indecenti espisodi, che si ripetono e che sono comuni in quasi tutte le carceri italiane e che devono trovare una risposta di condanna e di giustizia.