Autonomia differenziata: “Patrioti? Condannano all’impoverimento metà del Paese”. 


Autonomia differenziata: “Patrioti? Condannano all’impoverimento metà del Paese”. 


L’autonomia differenziata avrà ripercussioni molto negative sul funzionamento del Servizio sanitario nazionale, già fortemente compromesso come rilevato dalla maggior parte dei soggetti auditi. Il SSN vive una gravissima crisi di sostenibilità, sia per il sotto-finanziamento sia per la mancata attuazione di riforme strutturali perdendo di fatto le sue caratteristiche di equità e universalismo. Questa brutta riforma assesterà il colpo di grazia.

L’ho detto oggi, mercoledì 24 aprile, illustrando il parere del mio gruppo in Commissione affari costituzionali.

Ci troviamo di fronte a un disegno di legge che mette in discussione un diritto della persona costituzionalmente tutelato. In un Sistema sanitario lacerato da importanti differenze, che arrivano a comprendere la stessa erogazione dei LEA, il regionalismo potenziato non può che fare venir meno definitivamente una politica sanitaria nazionale pubblica. Sono le fasce più deboli a pagare il prezzo più alto: interminabili tempi di attesa per una prestazione sanitaria o una visita specialistica, necessità di ricorrere alla spesa privata fino all’impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure, pronto soccorso affollatissimi, impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia vicino casa, diseguaglianze regionali e locali, migrazione sanitaria. Già ora il Servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, è oggetto di una “parcellizzazione selvaggia” che ha dimostrato tutti i suoi limiti, creando una “salute diseguale”: secondo l’Istat, infatti, al Sud si vive un anno e sette mesi in meno che nel resto del Paese e la mobilità sanitaria riguarda l’11,4% dei ricoverati residenti al Sud a fronte del 5,6% dei residenti nel Nord. La mobilità ha dirottato in un decennio 14 miliardi di euro dalle Regioni del mezzogiorno a quelle del settentrione.

Con l’applicazione dell’autonomia differenziata, avere cittadini di serie A e di serie B in materia di salute non sarà solo un rischio paventato, ma un’iniqua e inaccettabile realtà. Chiediamo al governo di fermarsi: con quale coraggio si definisce patriota chi condanna all’impoverimento la metà del Paese?.