Alluvioni e cambiamenti climatici

Question time su alluvioni e cambiamenti climatici.

Un Piano straordinario a livello nazionale che intervenga sul sistema idraulico dei territori e che prenda atto della necessità di un approccio legato al processo di tropicalizzazione che ha raggiunto l’Italia.

È quanto ho chiesto oggi al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Pichetto Fratin nel corso del question time che si è svolto alla Camera dei Deputati.

Gli eventi alluvionali che dal maggio 2023 si stanno susseguendo a un ritmo incalzante rappresentano uno spartiacque tra passato e futuro per quanto riguarda la difesa idrogeologica del territorio. In Emilia, per esempio, già a settembre i fiumi avevano ricevuto precipitazioni intense e non erano ancora tornati al loro livello normale e, in queste condizioni di terreni completamente saturi, la persistenza delle precipitazioni nella notte tra il 19 e il 20 ottobre ha messo in crisi numerosi torrenti e corsi d’acqua, in particolare con smottamenti e frane nel bolognese ed esondazioni nel territorio della provincia di Reggio Emilia, con rapidissimi innalzamenti dei livelli – alcuni metri in poche ore – smottamenti e frane. Secondo i dati ArpaER, i torrenti monitorati hanno superato i massimi livelli storici registrati nel recente maggio 2023. Si tratta di precipitazioni eccezionali e fuori norma, risultato dei cambiamenti climatici che rendono gli eventi estremi sempre più frequenti e intensi, mettendo a dura prova le infrastrutture, progettate per gestire fenomeni di portata decisamente inferiore.

Secondo il rapporto ISPRA 2021, il 94% dei Comuni italiani, con il 14% della popolazione, sono a rischio per frane e alluvioni. Di fronte ad un Governo che nega il cambiamento climatico e che azzera le risorse del PNRR destinate a tale scopo, è evidente che non servono manutenzioni ordinarie, ma un piano nazionale straordinario di prevenzione e di difesa del suolo, che preveda finanziamenti strutturali.

Purtroppo, la risposta fornita dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, è stata del tutto insoddisfacente. Il Ministro, infatti, si è limitato a ricordare che nello scorso dicembre il Governo ha approvato un Piano nazionale sui cambiamenti climatici, stanziando un miliardo di euro. Vale la pena ricordare che il Piano speciale redatto dalla Regione Emilia-Romagna su questi stessi temi ha un importo di circa 4 miliardi e mezzo: è evidente, dunque, che quelle messa a disposizione dal Governo per l’intero territorio nazionale sia una cifra irrisoria rispetto ai bisogni e alle necessità evidenziate. Il tempo delle passerelle è scaduto: ora servono fatti concreti e non le solite promesse cui ormai non crede più nessuno.