Una provincia… “tagliata”
Il Governo “taglia” il locale: oltre 13 milioni in meno per i Comuni reggiani, 150 milioni i tagli per la Provincia.
Con il decreto approvato in Conferenza Stato-Città – che segue quanto stabilito dalla legge di bilancio – si conferma tutto quanto avevamo già denunciato: un taglio di risorse a Comuni e Province pari complessivamente a 1 miliardo e 740 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Ovviamente, questi tagli andranno a colpire i servizi – sanità, scuola, disabilità, non autosufficienza – che gli enti più vicini ai cittadini, con tanti sacrifici, stanno continuando a garantire.
Qualche numero
Alcuni numeri ci offrono la dimensione precisa di questa assurda decisione. I tagli per i Comuni in provincia di Reggio Emilia, per esempio, saranno complessivamente pari a oltre 13 milioni e 250mila euro. Per quanto riguarda i Comuni capidistretto, 4.589.460 euro in meno per il Comune Reggio Emilia, 232.802 euro in meno per il Comune di Castelnovo ne’ Monti, 593.761 euro in meno per il Comune di Correggio, 398.676 euro il taglio per il Comune di Guastalla, 249.964 euro per il Comune di Montecchio e 715.911 euro per il Comune di Scandiano. Alla Provincia di Reggio Emilia, verrano a mancare 1.181.291 euro.
Tutti i numeri dei tagli ai Comuni reggiani.
Questi tagli agiscono sulla spesa corrente: significa, cioè, che colpiranno direttamente le manutenzioni stradali così come i sostegni a persone anziane o con disabilità, i trasporti come gli interventi di messa in sicurezza del territorio. Tanto il giochino che fa il Governo ormai lo abbiamo imparato a conoscere: tagliare tutto il possibile e, nel contempo, scaricare le inefficienze che ne derivano su Regioni ed enti locali. Questa sarebbe la loro autonomia differenziata: mettere in ginocchio i territori, privandoli delle risorse necessarie per garantire servizi e sicurezza ai cittadini, e poi nominare commissari direttamente dal Governo, con una volontà centralizzatrice che non tiene in alcun conto le richieste e le esigenze delle comunità locali.
Nel frattempo, i fallimenti del Governo – nonostante i continui proclami entusiastici di una Premier che, tuttavia, rifugge il confronto con il Parlamento – si susseguono, dallo scandalo dei centri per migranti in Albania alla situazione disastrosa dei trasporti. Mentre i cittadini – e i loro più prossimi amministratori – vengono abbandonati e penalizzati da queste decisioni gravissime.