Un Governo che vive nel Medioevo
Il Governo censura l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole
In un Paese dove i femminicidi sono notizie quotidiane e si moltiplicano le richieste di interventi seri contro la violenza di genere, ecco che la risposta della Maggioranza non è più educazione, ma più censura.
Cosa è successo e perché si tratta di un grave errore
Cosa è successo? In Commissione è stato approvato dalla Maggioranza un emendamento che, andando oltre il tema del “consenso informato” nega ogni spazio e ogni possibilità di educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole secondarie di primo grado (medie). L’Italia, per altro, è uno dei pochi Paesi in Europa dove l’educazione all’affettività e alla sessualità non è una materia scolastica: in 20 Paesi europei l’educazione sessuale e alle relazioni è infatti obbligatoria e, oltre a noi fanno eccezione Ungheria, Bulgaria, Cipro, Romania, Lituania e Polonia.
Perché si tratta di un errore grave? Perché questa incredibile decisione priva gli studenti, proprio nella fascia d’età più vulnerabile, della possibilità di affrontare in modo consapevole temi fondamentali come il rispetto e consenso e prevenzione della violenza. Un divieto che, peraltro, non è accompagnato da nessuna proposta alternativa.
E poi arriva il Ministro Nordio
Le parole a commento del Ministro Nordio suonano poi come l’ennesima dimostrazione di quanto una parte del Governo continui a minimizzare il ruolo dell’educazione nelle scuole nel contrasto alla violenza di genere. Sostenere che l’educazione sessuale sia un fatto privato, significa ignorare la realtà e non considerare i risvolti sociali dei legami affettivi. E ancora più grave è che un Ministro della Giustizia – che dovrebbe essere in prima linea nel combattere i femminicidi e la violenza di genere – scelga di liquidare la questione come un problema propagandistico, dimostrando una sottovalutazione pericolosa di un fenomeno che continua a registrare numeri intollerabili. Inoltre, sentir parlare ancora di razza da un rappresentante delle Istituzioni, nel 2025, è sconcertante: il linguaggio del Ministro Nordio – che rivela quanto arretrata sia la visione culturale di questa destra e di chi nelle Istituzioni dovrebbe invece promuovere inclusione e rispetto – sarebbe suonato anacronistico persino nel Medioevo di Dante e Petrarca.
Una battaglia da sostenere
Ci batteremo in Aula, perché riteniamo un grave errore ostacolare l’educazione all’affettività e alla sessualità, un atto di irresponsabilità politica e sociale. I nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno diritto a crescere con strumenti adeguati per vivere relazioni sane, rispettose e libere dalla violenza.