Manovra 2025, caregiver ancora “traditi”

Legge di Bilancio: caregiver familiari, il Governo li tradisce ancora una volta

Il Governo ha perso ancora una volta l’occasione di riconoscere pienamente il valore sociale ed economico dell’attività di cura svolta ogni giorno da milioni di caregiver familiari. Lo dimostra chiaramente l’articolo 53 della Legge di Bilancio recentemente presentata, che istituisce un Fondo apparentemente a sostegno della figura del caregiver, ma che nella realtà è vuoto di contenuti e discriminatorio nella sua impostazione.

Di quali cifre si parla?

Solo 1,15 milioni di euro per il 2026 è una cifra irrisoria e offensiva di fronte alle esigenze concrete di milioni di famiglie italiane. Dal 2027 il fondo dovrebbe aumentare a 207 milioni, ma resta comunque finalizzato alla copertura di interventi legislativi ancora da definire. Poche risorse, poca chiarezza, uno specchietto per le allodole ben confezionato.

Un’idea discriminatoria

Nonostante la riforma della non autosufficienza approvata nel 2023 e il conseguente decreto attuativo che dedica un intero articolo al riconoscimento del valore dell’attività di assistenza e cura non professionale e non retribuita prestata dal caregiver nel contesto familiare a favore di persone anziane, anche non autosufficienti, in questa Legge di Bilancio non c’è traccia di tutto questo. Si incardina tutto e solo sulla disabilità, tagliando fuori completamente la non autosufficienza e restringendo il campo solo a una parte dei soggetti fragili. È una visione parziale, discriminatoria ed escludente, che rischia di alimentare ulteriori divisioni tra categorie di persone con fragilità, negando il riconoscimento e il sostegno a milioni di caregiver che non rientrano nei requisiti previsti. Si tratta di un modello che tradisce la promessa di equità e inclusività che avevamo sempre chiesto: il caregiver familiare svolge un ruolo di cura, che va riconosciuto e tutelato e serve un riconoscimento per tutti coloro che quotidianamente si prendono cura, a domicilio, di familiari con fragilità, non autosufficienza o disabilità. In questo modo il Governo fa una scelta selettiva, dando dignità solo a caregiver che si prendono cura di persone con disabilità, dando loro un piccolo contentino, ma togliendo dignità a tutti coloro che oggi si occupano delle persone anziane. Ancora una volta, si prendono in giro le famiglie con operazioni di pura propaganda. E in un Paese che invecchia rapidamente, questo vuol dire lasciare milioni di persone sempre più sole e abbandonate.

Ciò che serve

Chiediamo per l’ennesima volta che venga definita e riconosciuta una figura di caregiver familiare con una legge equa e inclusiva, che garantisca diritti per tutti i caregiver, senza requisiti stringenti e senza alcuna discriminazione. Abbiamo il dovere di dare dignità a circa 8 milioni di persone che oggi svolgono un ruolo di cura senza diritti, senza lasciare indietro nessuno, indipendentemente dalla condizione della persona assistita. Tutti hanno la dignità di essere riconosciuti.