Una minaccia per i castagneti

Una minaccia per i nostri castagneti

Il ritorno del cinipide galligeno del castagno, segnalato in diverse regioni italiane, è un campanello d’allarme che non va sottovalutato. Anche se negli oltre 70 ettari di castagneti gestiti da imprese agricole del nostro territorio reggiano non si sono al momento registrati casi di infestazione, è fondamentale mantenere alta l’attenzione e rafforzare le azioni di prevenzione, monitoraggio e ricerca scientifica. L’esperienza del passato ha dimostrato quanto questo parassita possa compromettere gravemente la produttività dei castagneti e mettere in difficoltà un settore che rappresenta una risorsa preziosa per l’agricoltura italiana e per la tenuta delle aree montane.

Un’interrogazione in merito

Per questo come gruppo del Partito Democratico alla Camera abbiamo presentato una interrogazione parlamentare al Ministro dell’Agricoltura. Abbiamo chiesto l’attivazione di un piano nazionale di contrasto e prevenzione contro la nuova diffusione del Dryocosmus kuriphilus, l’insetto parassita che colpisce i castagneti italiani provocando perdita di produttività e deperimento degli alberi. L’interrogazione chiede, inoltre, di verificare lo stato di avanzamento dei monitoraggi e l’efficacia dei lanci dell’antagonista naturale Torymus sinensis, introdotto negli anni scorsi come misura di lotta biologica, e di valutare la possibilità di istituire un tavolo permanente sulla castanicoltura italiana che coinvolga Regioni, enti di ricerca, produttori e associazioni di categoria. Negli anni scorsi, grazie alla diffusione del Torymus sinensis, l’emergenza sembrava in parte superata, ma il ritorno del cinipide in alcune aree dimostra che il fenomeno non è del tutto sotto controllo e che servono strategie di lungo periodo. È necessario un coordinamento nazionale che garantisca una gestione omogenea e continua dei monitoraggi, un aggiornamento costante dei dati e un sostegno economico alle aziende che dovessero subire danni.

L’importanza della castanicoltura

La castanicoltura rappresenta un settore strategico per l’economia delle aree interne e montane, ma anche un elemento fondamentale di equilibrio ambientale e di tutela del territorio. Difendere i castagneti significa proteggere la biodiversità, contrastare l’abbandono dei boschi, prevenire il rischio idrogeologico e sostenere una filiera che unisce tradizione, qualità e sostenibilità. È un comparto che contribuisce alla salvaguardia del paesaggio, alla cura del territorio e alla coesione sociale delle comunità che vivono in collina e in montagna. Occorre continuare a sostenere le imprese agricole che operano in questo ambito e promuovere la ricerca scientifica, anche attraverso il coinvolgimento del Crea e dei servizi fitosanitari regionali, per garantire strumenti efficaci di prevenzione e di lotta biologica. È altrettanto importante valorizzare le produzioni di qualità legate al castagno, che rappresentano un patrimonio storico e culturale oltre che economico.