Aree interne, “resilienti per statuto”

“Resilienti per Statuto”: siglato alla Camera dei Deputati l’accordo biennale tra Comuni Virtuosi e Give Back Giovani Aree Interne

Unire competenze, costruire alleanze, scommettere sul futuro dei territori troppo spesso considerati “perduti”. Con queste premesse ho ospitato alla Camera dei Deputati la presentazione dell’accordo biennale tra l’Associazione Comuni Virtuosi e Give Back Giovani Aree Interne, pensato per rafforzare la capacità progettuale degli enti locali, valorizzare le competenze delle nuove generazioni e favorire l’accesso ai fondi europei, al PNRR e ad altri strumenti pubblici. Il protocollo, siglato dalla Presidente dei Comuni Virtuosi Asia Trambaioli e dal Presidente di Give Back Roberto Sullo, inaugura un percorso biennale di supporto operativo, tecnico e formativo rivolto ai Comuni aderenti alla rete virtuosa, con particolare attenzione a quelli delle aree interne, montane e rurali.

Una visione diversa

Questa alleanza nasce in un momento in cui il tema delle aree interne è tornato sotto i riflettori per ragioni tutt’altro che rassicuranti. Il recente aggiornamento del Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI) 2021–2027, approvato dal Ministero per le Politiche di Coesione, ha infatti introdotto l’idea di un “accompagnamento” al declino per una parte consistente di questi territori. Una visione che suona come una rinuncia, e che l’Associazione Comuni Virtuosi contesta apertamente con questa nuova azione concreta: non abbandonare i territori fragili, ma investirci; non pianificare l’estinzione, ma costruire opportunità.
Da un lato c’è quindi l’Associazione Comuni Virtuosi, impegnata da oltre vent’anni con una rete di 156 comuni soci nella promozione di buone pratiche amministrative e ambientali a livello locale, il cui operato è stato recentemente premiato con una medaglia di rappresentanza dal Presidente Mattarella. Dall’altro, Give Back Giovani Aree Interne, think tank di studenti, ricercatori, professionisti in ambito economico, sociale e culturale che mira a coinvolgere giovani under 40 per ripensare il futuro delle aree interne, montane e rurali.
Con questo accordo le due realtà uniscono così le forze promuovendo un approccio integrato e partecipativo alla progettazione locale, attraverso strumenti di empowerment delle comunità e delle amministrazioni, con realizzazione di cicli di incontri formativi e di monitoraggio dei progetti.

Il percorso

Questo percorso strutturato di formazione e accompagnamento si tradurrà in azioni concrete:

  • webinar tematici di approfondimento sul programma Erasmus+, politiche europee, meccanismi di finanziamento e funzionamento dei bandi;
    attività di orientamento alla progettazione europea, con focus sugli strumenti più efficaci per l’accesso alle risorse;
  • sviluppo di strumenti per la coprogettazione territoriale, capaci di coinvolgere enti locali, giovani, comunità e attori sociali.
La conferenza stampa

Ho promosso la conferenza stampa di presentazione della collaborazione tra Comuni Virtuosi e Give Back, per porre nuovamente al centro dell’attenzione il tema delle aree interne e fragili del nostro Paese, che rappresentano circa il 60% del nostro territorio. Servizi, sanità, scuola, lavoro e cultura sono tutti settori sui quali occorrerebbe investire in queste aree e invece, nel Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne 2021-2027 (Psnai), recentemente aggiornato dal ministro per le Politiche di Coesione Tommaso Foti, si legge, testualmente, che “un numero non trascurabile di aree interne si trova già in una fase compromessa e queste aree, quindi, non possono porsi alcuna inversione di tendenza”. Una dichiarazione che non può essere accettata, perché certifica l’abbandono a sé stessi di tutti questi territori, delle loro ricchezze e delle loro bellezze e potenzialità. È evidente, dunque, che il Governo Meloni consideri le aree interne un problema e i cittadini che ci vivono come di “serie B”, con meno diritti, meno servizi e meno opportunità. Di conseguenza, se da un lato, in Parlamento, come Partito Democratico continueremo a opporci a questa visione, cercando di proporre idee e prospettive diverse in ogni occasione possibile, dall’altro ogni sinergia e ogni collaborazione che contrastino questo abbandono meritano di essere valorizzate, promosse e sostenute. questi territori, non di rassegnarsi alla loro estinzione. L’accordo è la risposta concreta a quella logica di abbandono: vogliamo rafforzare la capacità progettuale dei nostri Comuni, dare strumenti alle amministrazioni e coinvolgere i giovani in processi decisionali veri. Non servono piani che normalizzano lo spopolamento, ma visioni che creino opportunità.