Reggio Emilia, città libera dalle mafie

“Reggio Emilia città libera da tutte le mafie”: una mia riflessone.

Ho molto apprezzato l’intervento dell’ex Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, in merito alla proposta lanciata dall’ex Prefetta Antonella De Miro sulla modifica dell’intitolazione “Via Città di Cutro”. In particolare, colgo l’appello e l’invito che la Presidente ha rivolto alla politica, sia per un’assunzione di responsabilità sia per un “nuovo inizio”, con la consapevolezza che le sentenze del processo Aemilia hanno scritto un pezzo di storia, ma che la battaglia contro la criminalità organizzata non è certo finita, poiché questa tende a ripresentarsi sempre in forme nuove e subdole. Servono, dunque, impegno e coraggio e, conoscendo bene Sonia Masini e avendo avuto l’opportunità di lavorare al suo fianco, queste sue parole non mi hanno affatto sorpresa.

Quanto fatto a Reggio Emilia

Il lavoro svolto dalla Prefetta De Miro – proseguito egregiamente anche da chi le è poi succeduta – è stato straordinario: proprio grazie a lei, infatti, è stata avviata la stagione delle interdittive antimafia nei confronti delle aziende riconducibili ai clan, colpendoli così direttamente nei loro interessi economici. Basti pensare agli esiti delle iniziative giudiziarie, Perseverance, Billions, Grimilde e, ovviamente, Aemilia. Mentre il ministro Salvini derubrica le interdittive a “voci di corridoio” – provando a eliminare, per esempio, ogni controllo antimafia alle procedure per la realizzazione del Ponte sullo Stretto – queste sono invece uno strumento prezioso, fondato su valutazioni di indizi precisi, raccolti e valutati dalle Prefetture con il supporto del Gruppo Interforze della Direzione Investigativa Antimafia, composto da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Insieme alla Prefetta De Miro, a Reggio Emilia è stata data vita, inoltre, a una straordinaria stagione di innovativi protocolli di legalità, andando oltre a quanto previsto dalla legislazione allora vigente, realizzati con il supporto fondamentale della Provincia di Reggio Emilia.

Insieme alle Istituzioni

Occorre ora ribadire che questo lavoro è stato compiuto non “contro”, ma a fianco delle Istituzioni. Non ci sono molti altri esempi di un’intera comunità che si sia messa in discussione in modo così trasparente e che alle parole di condanna e di presa di posizione contro la criminalità organizzata, abbia fatto seguire azioni concrete, che hanno portato, oltre a processi e condanne, alla costituzione di parte civile di Provincia e Comuni nei procedimenti giudiziari, fatto di per sé straordinario, ma anche a un percorso di eccezionale collaborazione tra forze di polizia, istituzioni, associazioni, in un vero e virtuoso processo di partecipazione. A Reggio Emilia, il tema della legalità e del contrasto alle mafie, dunque, ha preso vita in decisioni assunte con enorme senso di responsabilità, guidati dallo sforzo eccezionale messo in campo proprio a partire dall’impegno della Perfetta De Miro e dall’applicazione rigorosa dei protocolli antimafia. Le Istituzioni locali si sono fatte carico di porsi in prima fila in questo percorso – e sarebbe stato grave se questo non fosse avvenuto – a volte pagandone anche un prezzo importante dal punto di vista politico, ma non rinunciando mai a fare di questo impegno, a difesa dei diritti, del lavoro e della democrazia, un tratto distintivo e qualificante. Sul tema della legalità, dunque, non possiamo accettare lezioni da parte di chi è sempre stato solo “alla finestra” e non possiamo farlo proprio per l’impegno profuso in questi anni da tanti amministratori e amministratrici e per il rispetto che si deve, appunto, a chi ha lavorato così a fondo su questo tema: tantissime associazioni – a partire da Libera – e realtà sociali, sindacati, rappresentati di categoria, ordini professionali, per un lavoro e uno sforzo collettivo che ha aumentato la sensibilità sui temi della legalità, facendolo diventare un tratto distintivo di tutta le comunità reggiana. Di questa nostra comunità, fanno parte a pieno titolo – e bene ha fatto Sonia Masini a ricordarlo, nel suo intervento – anche i tanti cittadini di origine cutrese che, in molte circostanze, come appurato anche in sede processuale, sono state tra le prime “vittime” del sistema mafioso di illegalità messo in luce dal processo Aemilia.

Un’intera comunità

In questo contesto di impegno, per esempio, è nato anche il festival “Noi contro le mafie”, fin dall’inizio promosso e sostenuto dalla Provincia di Reggio Emilia. Mi ricollego a quell’esperienza – capace di portare nel nostro territorio autorevoli voci di magistrati, giornalisti, testimoni di giustizia e di legalità, coinvolgendo scuole, associazioni, enti locali, cittadini e cittadine – nel richiamare, tutte e tutti noi, a quel pronome, “noi”, inteso esattamente come “comunità”: siamo noi a essere chiamati a lottare contro le mafie, a difendere e promuovere la giustizia e l’educazione civica, tutti noi, reggiane e reggiani, indipendentemente dal nostro luogo di nascita originario, noi che abbiamo a cuore la nostra terra, la nostra storia e i nostri valori.

Non tocca a me interpretare le parole di De Miro. Ma credo che la sua proposta di intitolare la via a “Reggio Emilia città libera da tutte le mafie”, ricomprenda proprio questi concetti, di impegno, coesione e partecipazione popolare contro la criminalità organizzata: valori in cui devono e possono riconoscersi tutti e tutte, sapendosi rappresentati senza distinzione tra chi è nato qui e chi vi è arrivato, contribuendo con il proprio lavoro e il proprio sacrificio al benessere e alla ricchezza del nostro territorio.